Spike Lee

Spike Lee è stato ospite ieri alla trasmissione tv “Che tempo fa”, condotta da Fabio Fazio, e il presentatore di Imperia ha confezionato la sua consueta intervista un po’ prona, un po’ balbettante, un po’ imbarazzata… ma perché Fazio fa il prepotente solo con la Littizzetto e con gli altri recita sempre la parte dell’eterno ragazzino che non vuole dispiacere a nessuno? Verrebbe da dire: aridatece Rispoli! A parte le battute, Spike Lee presentava il suo ultimo film Miracle at St.Anna, girato in buona parte in Italia. In questi ultimi giorni le polemiche sono fioccate per la natura del film stesso e per certe dichiarazioni rilasciate dal regista statunitense. Che Lee sia interessato esclusivamente alle vicende che riguardano la popolazione afroamericana non è un mistero, ma il problema nasce quando da un interesse esclusivo ci si allarga coinvolgendo altre tematiche, altre storie, come appunto quella italiana durante il secondo conflitto mondiale. Non c’è niente di male ad ampliare i propri orizzonti, ma non è certo stato un bello spettacolo ascoltare Spike Lee che si permette di disquisire su vicende che conosce solo relativamente e molto parzialmente. Venire qui in Italia e affermare che anche i partigiani hanno tradito sarebbe come andare in America, durante un dibattito pubblico, e sostenere che molti afroamericani hanno collaborato con i bianchi per mantenere la segregazione razziale… dichiarazioni del genere sono così idiote che si commentano da sole, idiote perché è anapodittico che in un canestro di mele sane si trova sempre quella marcia. Tra parentesi, perché non parlare delle diserzioni dei soldati neri della divisione Buffalo? Non sono stati tutti degli eroi e basta ascoltare i racconti delle persone che nel 1944 erano vive e capaci di intendere e volere per conoscere episodi di comportamenti non certo edificanti da parte di alcuni militi afroamericani… ma di questo non si può parlare, perché è politicamente scorretto… E allora come mai Lee se l’è presa tanto e ha difeso a spada tratta le premesse del suo film? Per motivi commerciali, in primis, e per non ammettere che sull’argomento ne sa quanto una persona che si è occupata dell’intera questione per qualche mese. La strage di Sant’Anna di Stazzema, come per fortuna il barbugliante Fazio ha sottolineato, è una ferita ancora aperta per tutti noi italiani, in particolare per noi toscani che viviamo a pochi chilometri dai luoghi dell’eccidio, quindi siamo naturalmente poco disposti ad accettare che qualcuno venga da un altro continente a ridisegnare in quei termini la nostra storia, pur in buona fede, pur avvertendo che il suo film nasce come fiction. Spike Lee ha sbagliato ad essere arrogante, a mostrare quella superficialità analitica tipica dello statunitense medio, a dire che non si era mai girato un film sulla Seconda Guerra Mondiale con protagonista un soldato afroamericano… dimentica, o non sa, che Roberto Rossellini nel secondo episodio del suo Paisà, girato nel 1946, mette come protagonista un militare nero che si trova a Napoli dopo la liberazione della città da parte degli Alleati. Possibile che Lee non conosca questo film?

La libertà d’espressione va salvaguardata, Spike Lee ha tutto il diritto di girare i film che vuole e di giustificarli come meglio crede, ma anche a noi spetta il diritto di rispondere alle dichiarazioni maldestre e presuntuose di un regista americano che tratta argomenti così delicati con una non chalance di dubbio gusto.

Personalmente, non mi interessa affermare se ho visto o meno il film, non faccio recensioni, le lascio fare ai non addetti ai lavori, non m’importa di consigliare la visione di Miracle at St.Anna ad altri, posso eventualmente aggiungere che chi è interessato a documentarsi sul tema del massacro di Sant’Anna di Stazzema del 12 agosto 1944 è bene che si rivolga a fonti più attendibili sul piano storico.  

Resta solo da dire una cosa a Spike Lee, nella speranza che segua il consiglio: please, do the right thing!

©Marco Vignolo Gargini

Informazioni su Marco Vignolo Gargini

Marco Vignolo Gargini, nato a Lucca il 4 luglio 1964, laureato in Filosofia (indirizzo estetico) presso l’Università degli Studi di Pisa. Lavora dal 1986 in qualità di attore e regista in rappresentazioni di vario genere: teatro, spettacoli multimediali, opere radiofoniche, letture in pubblico. Consulente filosofico e operatore culturale, ha scritto numerose opere di narrativa tra cui i romanzi "Bela Lugosi è morto", Fazi editore 2000 e "Il sorriso di Atlantide", Prospettiva editrice 2003, i saggi "Oscar Wilde – Il critico artista", Prospettiva editrice 2007 e "Calciodangolo", Prospettiva editrice 2013, nel 2014 ha pubblicato insieme ad Andrea Giannasi "La Guerra a Lucca. 8 settembre 1943 - 5 settembre 1944", per i tipi di Tra le righe libri, nel 2016 è uscito il suo "Paragrafo 175- La memoria corta del 27 gennaio", per i tipi di Tra le righe libri; è traduttore di oltre una trentina di testi da autori come Poe, Rimbaud, Shakespeare, Wilde. Nel 2005 il suo articolo "Le poète de sept ans" è stato incluso nel 2° numero interamente dedicato a Arthur Rimbaud sulla rivista Cahiers de littérature française, nata dalla collaborazione tra il Centre de recherche sur la littérature français du XIX siècle della Università della Sorbona di Parigi e l’Università di Bergamo. È stato Presidente dell’Associazione Culturale “Cesare Viviani” di Lucca. Molte sue opere sono presenti sul sito www.romanzieri.com. Il suo blog è https://marteau7927.wordpress.com/ ****************** Marco Vignolo Gargini, born in Lucca July 4, 1964, with a degree in Philosophy (Aesthetic) at the University of Pisa. He works since 1986 as an actor and director in representations of various kinds: theater, multimedia shows, radio plays, readings in public. Philosophical counselor and cultural worker, has written numerous works of fiction, including the novels "Bela Lugosi è morto", Fazi Editore 2000 and "Il sorriso di Atlantide," Prospettiva editrice 2003, essays "Oscar Wilde - Il critico artista," Prospettiva editrice in 2007 and "Calciodangolo" Prospettiva editrice in 2013, in 2014 he published together with Andrea Giannasi "La guerra a Lucca. September 8, 1943 - September 5, 1944," for the types of Tra le righe libri, in 2016 he published "Paragrafo 175 - La memoria corta del 27 gennaio", for the types of Tra le righe libri; He's translator of more than thirty texts by authors such as Poe, Rimbaud, Shakespeare, Wilde. In 2005 his article "The poète de sept ans" was included in the 2nd issue entirely dedicated to Arthur Rimbaud in the journal "Cahiers de littérature française II", a collaboration between the Centre de recherche sur la littérature français du XIX siècle the Sorbonne University Paris and the University of Bergamo. He was President of the Cultural Association "Cesare Viviani" of Lucca. Many of his works are on the site www.romanzieri.com. His blog is https://marteau7927.wordpress.com/
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