Anteo Zamboni (11 aprile 1911 – 31 ottobre 1926)

Anteo Zamboni

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   Anteo Zamboni era un ragazzo di quindici anni, studente, figlio di Viola Tabarroni e Mammolo Zamboni [1], e in occasione della visita di Mussolini a Bologna, il 31 ottobre 1926, per l’inaugurazione del nuovo stadio Littoriale, fu catturato e trucidato in quanto presunto autore dell’attentato al Duce. Non dobbiamo dimenticare che la propaganda fascista ha sempre fornito versioni pro domo sua, quindi la tesi dell’adolescente balordo che si presenta da solo davanti al corteo e impugna una pistola per uccidere Mussolini non può essere considerata del tutto attendibile. Anteo Zamboni, secondo ricostruzioni postume e studi, come quello di Brunella Dalla Casa, presentava sì un temperamento particolare, ma da qui a farne un piccolo psicopatico che desiderava soltanto uccidere il capo del Fascismo per protestare contro il padre anarchico rinnegato ce ne corre. Sta di fatto che Anteo Zamboni fu ucciso barbaramente e le foto raccapriccianti che pubblico [2] sono una testimonianza di quanto quel regime non fosse, come sostengono alcuni sciocchi revisionisti, una dittatura all’acqua di rose. La stessa propaganda fascista parlò di linciaggio da parte della folla inferocita, tacendo invece una possibile matrice fascista [3] dovuta a uno scontro interno tra fazioni, quali quella intransigente legata a Roberto Farinacci e l’altra normalizzatrice che tendeva a rendere il regime meno rivoluzionario e più reazionario. Le indagini condotte allora non approdarono a nulla, non dovevano approdare a nulla, così il giovane studente fu considerato l’unico colpevole del gesto. Anteo Zamboni, molto probabilmente, finì in mezzo a questa vicenda e perse la vita in modo orribile come capro espiatorio di un disegno molto più grande di lui. L’episodio, comunque sia andato, servì sicuramente a Mussolini, dopo la crisi in seguito alla morte di Matteotti, per consolidare il regime e dimostrare la necessità di misure restrittive. Per la cronaca, pare che a individuare e fermare Zamboni sia stato Carlo Alberto Pasolini, tenente del 56º fanteria e padre di Pier Paolo.

© Marco Vignolo Gargini

[1] Tipografo ex anarchico convertitosi al fascismo per ragioni economiche (faceva affari stampando i fogli di propaganda della sezione bolognese) http://it.wikipedia.org/wiki/Anteo_Zamboni

[2] Foto di Anteo (in R. Righi, Anteo Zamboni) e due foto dopo il linciaggio fascista (Brunella Dalla Casa (Attentato al duce. Le molte storie del caso Zamboni, Il Mulino, Bologna, 2000, pagg.291)

[3] http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/271/25.htm

http://tanadellupo.blogspot.it/2009/12/anteo-zamboni-e-tartaglia-differenze-e.html

http://www.inventati.org/resistenza/a4/279.htm

http://www.veneriocattani.it/cronaca.htm

Informazioni su Marco Vignolo Gargini

Marco Vignolo Gargini, nato a Lucca il 4 luglio 1964, laureato in Filosofia (indirizzo estetico) presso l’Università degli Studi di Pisa. Lavora dal 1986 in qualità di attore e regista in rappresentazioni di vario genere: teatro, spettacoli multimediali, opere radiofoniche, letture in pubblico. Consulente filosofico e operatore culturale, ha scritto numerose opere di narrativa tra cui i romanzi "Bela Lugosi è morto", Fazi editore 2000 e "Il sorriso di Atlantide", Prospettiva editrice 2003, i saggi "Oscar Wilde – Il critico artista", Prospettiva editrice 2007 e "Calciodangolo", Prospettiva editrice 2013, nel 2014 ha pubblicato insieme ad Andrea Giannasi "La Guerra a Lucca. 8 settembre 1943 - 5 settembre 1944", per i tipi di Tra le righe libri, nel 2016 è uscito il suo "Paragrafo 175- La memoria corta del 27 gennaio", per i tipi di Tra le righe libri; è traduttore di oltre una trentina di testi da autori come Poe, Rimbaud, Shakespeare, Wilde. Nel 2005 il suo articolo "Le poète de sept ans" è stato incluso nel 2° numero interamente dedicato a Arthur Rimbaud sulla rivista Cahiers de littérature française, nata dalla collaborazione tra il Centre de recherche sur la littérature français du XIX siècle della Università della Sorbona di Parigi e l’Università di Bergamo. È stato Presidente dell’Associazione Culturale “Cesare Viviani” di Lucca. Molte sue opere sono presenti sul sito www.romanzieri.com. Il suo blog è https://marteau7927.wordpress.com/ ****************** Marco Vignolo Gargini, born in Lucca July 4, 1964, with a degree in Philosophy (Aesthetic) at the University of Pisa. He works since 1986 as an actor and director in representations of various kinds: theater, multimedia shows, radio plays, readings in public. Philosophical counselor and cultural worker, has written numerous works of fiction, including the novels "Bela Lugosi è morto", Fazi Editore 2000 and "Il sorriso di Atlantide," Prospettiva editrice 2003, essays "Oscar Wilde - Il critico artista," Prospettiva editrice in 2007 and "Calciodangolo" Prospettiva editrice in 2013, in 2014 he published together with Andrea Giannasi "La guerra a Lucca. September 8, 1943 - September 5, 1944," for the types of Tra le righe libri, in 2016 he published "Paragrafo 175 - La memoria corta del 27 gennaio", for the types of Tra le righe libri; He's translator of more than thirty texts by authors such as Poe, Rimbaud, Shakespeare, Wilde. In 2005 his article "The poète de sept ans" was included in the 2nd issue entirely dedicated to Arthur Rimbaud in the journal "Cahiers de littérature française II", a collaboration between the Centre de recherche sur la littérature français du XIX siècle the Sorbonne University Paris and the University of Bergamo. He was President of the Cultural Association "Cesare Viviani" of Lucca. Many of his works are on the site www.romanzieri.com. His blog is https://marteau7927.wordpress.com/
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