Il primo lungometraggio di Charles Spencer Chaplin, in arte Charlie Chaplin, compie un secolo di vita. Il monello (The Kid) è verosimilmente un omaggio dell’autore, nonché produttore, regista ed interprete principale, alla sua storia personale di bambino nato e cresciuto nei sobborghi londinesi, in mezzo alla miseria e alle ingiustizie che la Lower Class doveva affrontare quotidianamente. Doveva? Credo sia opportuno sottolineare con tristezza l’attualità di questo film, a un secolo di distanza. Il vagabondo Charlot si rende protagonista di un atto di solidarietà nei confronti di un bambino rimasto abbandonato e lo adotta, pensando di svolgere un’opera di semplice umanità. Ma la società civile, e i suoi sgherri, non ammette che il singolo individuo, specie se indigente, tenti di risolvere un problema che la stessa società civile ha creato. Con Il monello fa la sua prima comparsa la figura dello “scarto”, la persona esclusa dal mondo del lavoro destinata a restare estranea al consorzio sociale per tutta la vita. Il 1921 non è diverso rispetto al 2021, la vicenda descritta da Chaplin è ancora oggi possibile, il sistema capitalistico intravisto nell’opera chapliniana si è evoluto e rafforzato, il numero degli “scarti” abbonda come e più di un secolo fa, tenendo presente che non vi sono alternative strutturali rispetto al Novecento, dal momento che è tramontato il modello del Socialismo reale. C’è un solo sistema, una sola economia, il turbocapitalismo, secondo la definizione di Edward Luttwak, di conseguenza i Charlot odierni si moltiplicano, seppure in uno scenario diverso, e sono ancora più esclusi, disperati, soli, rifiutati dal potere politico ed economico.
Potremmo definire Il monello come un punto di riferimento, un modello per denunciare le profonde disparità, le contraddizioni della società capitalista. Chaplin aveva appena iniziato nel 1921 ad illustrare con la sua opera la perversione dell’American Dream, avrebbe continuato con altri film, soprattutto Tempi Moderni, finché il democratico sistema americano non lo ha considerato nemico, comunista, costringendolo nel 1953 a restituire il permesso di rientro negli USA.
Ther first feature film of Charles Spencer Chaplin, aka Charlie Chaplin, turns a century old. The Kid is likely a tribute by the author, as well as producer, director and main performer, to his personal story as a child born and raised in the London suburbs, amidst the misery and injustices that the Lower Class had to face on a daily basis. Did it have to face daily? I think it’s appropriate to sadly underline the relevance of this movie, a century later. The tramp Charlot becomes the protagonist of an act of solidarity towards an abandoned child and adopts him, thinking he’s carrying out a work of simple humanity. But civil society, and its thugs, doesn’t admit that the single individual, especially if poor, tries to solve a problem that civil society itself has created. With The Kid the figure of the “Human waste” makes his first appearance, the person excluded from the world of work destined to remain extraneous to the social consortium for life. 1921 is no different than 2021, the story described by Chaplin is still possible today, the capitalist system glimpsed in Chaplin’s work has evolved and strengthened, the number of “wastes” abounds as and more than a century ago, bearing in mind that there are no structural alternatives to the twentieth century, since the model of real socialism is over. There’s only one system, one economy, Turbocapitalism, according to Edward Luttwak’s definition, consequently today’s Charlots multiply, albeit in a different scenario, and these are even more excluded, desperate, alone, rejected by political and economic power. We could define The Kid as a point of reference, a model for denouncing the profound disparities, the contradictions of capitalist society.
Chaplin had just begun in 1921 to illustrate the perversion of the American Dream with his work, he would continue with other movies, especially Modern Times, until the democratic American system considered him an enemy, a communist, forcing him in 1953 to give back the permission to return to the USA.
Marco Vignolo Gargini, nato a Lucca il 4 luglio 1964, laureato in Filosofia (indirizzo estetico) presso l’Università degli Studi di Pisa. Lavora dal 1986 in qualità di attore e regista in rappresentazioni di vario genere: teatro, spettacoli multimediali, opere radiofoniche, letture in pubblico. Consulente filosofico e operatore culturale, ha scritto numerose opere di narrativa tra cui i romanzi "Bela Lugosi è morto", Fazi editore 2000 e "Il sorriso di Atlantide", Prospettiva editrice 2003, i saggi "Oscar Wilde – Il critico artista", Prospettiva editrice 2007 e "Calciodangolo", Prospettiva editrice 2013, nel 2014 ha pubblicato insieme ad Andrea Giannasi "La Guerra a Lucca. 8 settembre 1943 - 5 settembre 1944", per i tipi di Tra le righe libri, nel 2016 è uscito il suo "Paragrafo 175- La memoria corta del 27 gennaio", per i tipi di Tra le righe libri; è traduttore di oltre una trentina di testi da autori come Poe, Rimbaud, Shakespeare, Wilde.
Nel 2005 il suo articolo "Le poète de sept ans" è stato incluso nel 2° numero interamente dedicato a Arthur Rimbaud sulla rivista Cahiers de littérature française, nata dalla collaborazione tra il Centre de recherche sur la littérature français du XIX siècle della Università della Sorbona di Parigi e l’Università di Bergamo.
È stato Presidente dell’Associazione Culturale “Cesare Viviani” di Lucca.
Molte sue opere sono presenti sul sito www.romanzieri.com.
Il suo blog è https://marteau7927.wordpress.com/
****************** Marco Vignolo Gargini, born in Lucca July 4, 1964, with a degree in Philosophy (Aesthetic) at the University of Pisa. He works since 1986 as an actor and director in representations of various kinds: theater, multimedia shows, radio plays, readings in public. Philosophical counselor and cultural worker, has written numerous works of fiction, including the novels "Bela Lugosi è morto", Fazi Editore 2000 and "Il sorriso di Atlantide," Prospettiva editrice 2003, essays "Oscar Wilde - Il critico artista," Prospettiva editrice in 2007 and "Calciodangolo" Prospettiva editrice in 2013, in 2014 he published together with Andrea Giannasi "La guerra a Lucca. September 8, 1943 - September 5, 1944," for the types of Tra le righe libri, in 2016 he published "Paragrafo 175 - La memoria corta del 27 gennaio", for the types of Tra le righe libri; He's translator of more than thirty texts by authors such as Poe, Rimbaud, Shakespeare, Wilde.
In 2005 his article "The poète de sept ans" was included in the 2nd issue entirely dedicated to Arthur Rimbaud in the journal "Cahiers de littérature française II", a collaboration between the Centre de recherche sur la littérature français du XIX siècle the Sorbonne University Paris and the University of Bergamo.
He was President of the Cultural Association "Cesare Viviani" of Lucca.
Many of his works are on the site www.romanzieri.com.
His blog is https://marteau7927.wordpress.com/
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